MARIO SCHIFANO

Mario Schifano fu uno dei più importanti artisti italiani della scena nazionale e internazionale degli anni Sessanta. Artista dall’animo ribelle e graffiante, Mario Schifano ad oggi è considerato uno dei più prolifici pittori del Dopoguerra. Goffredo Parise lo definì «pittore puma»: «Un piccolo puma di cui non si sospetta la muscolatura e lo scatto, che lascia dietro di sé l’impronta nitida e misteriosa dell’eleganza». L’artista è una sorta di Andy Warhol tutto italiano, dal carattere eccentrico e poliedrico, amante della bella vita e innamorato della sua Roma. Dopo l’iniziale periodo informale, decise di aderire al collettivo denominato «La Scuola di Piazza del Popolo», esperimento artistico romano degli anni Sessanta a cui aderirono artisti del calibro di Tano Festa, Franco Angeli e Mimmo Rotella. Assieme ai suoi compagni nel 1960 espose alcune opere nella mostra collettiva alla Salita. Il suo stile pittorico inizialmente informale si diresse verso una pittura monocromatica: sulla tela coperta da un solo colore l’artista applicava carte incollate, segni, lettere dell’alfabeto e immagini di vario tipo. Questa esperienza fu un trampolino di lancio verso la critica che da quel momento inizierà ad acclamarlo facendogli vincere premi quali: il Premio Lissone , La Nuova Figurazione e il Premio Fiorino.
Anni dopo l’artista dichiarò infatti: «Pensavo che dipingere significasse partire da qualcosa di assolutamente primario. I primi quadri soltanto gialli con dentro niente, immagini vuote, non volevano dir nulla. Andavano di là, o di qua, di qualsiasi intenzione culturale. Volevano essere loro stessi. Fare un quadro giallo era fare un quadro giallo e basta».
Con i suoi primi dipinti monocromatici in cui applicava lettere o carte incollate, l’artista raggiunse rapidamente l’affermazione e la fama. Prima di arrivare al successo internazionale fu di particolare interesse la serie dedicata ai paesaggi anemici dove attuò sperimentazioni radicali decostruendo l’immagine paesaggistica. Durante la fine degli anni sessanta si avvicinò a mondi distanti dalla pittura come il cinema, producendo pellicole indipendenti, o come la musica, fondando il gruppo musicale «Le stelle di Mario Schifano». Anni dopo portò in Italia la Pop Art lavorando ad opere quali cartelloni, scritte e loghi pubblicitari come quelli di Coca Cola o di Esso.
